Lauda Sion Salvatorem,
lauda ducem et pastorem,
in hymnis et canticis.
Quantum potes, tantum aude:
quia major omni laude,
nec laudare sufficis,
laudis thema specialis,
panis vivus et vitalis
hodie proponitur.
Quem in sacræ mensæ coenæ,
turbæ fractrum duodenæ
datum non ambigitur.
Sit laus plena, sit sonora,
sit jucunda, sit decora
mentis jubilatio.
Dies enim solemnis agitur,
in qua mensæ prima recolitur
Hujus institutio.
In hac mensa novi Regis,
novum Pascha novæ legis,
phase vetus terminat.
Vetustatem novitas,
umbram fugat veritas,
noctem lux eliminat.
Quod in coena Christus gessit,
faciendum hoc expressit
in sui memoriam.
Docti sacris institutis,
panem, vinum in salutis
consecramus hostiam. |
Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.
Veramente fu donato
ai dodici riuniti
in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi dallo spirito.
Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico ha termine.
Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.
Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza. |