La mia preghiera è il canto.
Canti per una più attiva partecipazione alla Liturgia.

 
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Rorate caeli - 1054.21
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- gregoriano
Rorate Cœli desúper, Et nubes plúant justum. Ne irascáris Dómine, ne ultra memíneris iniquitátis: Ecce cívitas Sancti facta est desérta: Sion desérta facta est: Jerúsalem desoláta est: Domus sanctificatiónis tuae et gloriae tuae, Ubi laudavérunt Te patres nostri. Peccávimus, et fácti súmus tamquam immúndus nos, et cecídimus quasi fólium univérsi: et iniquitátes nóstræ quasi véntus abstulérunt nos: abscondísti faciem túam a nóbis, et allisísti nos in mánu iniquitátis nóstræ. Víde Dómine afflictiónem pópuli túi, et mítte quem missúrus es: emítte Agnum dominatórem térræ, de Pétra desérti ad móntem fíliæ Síon: ut áuferat ípse júgum captivitátis nóstræ. Consolámini, consolámini, pópule méus: cito véniet sálus túa: quare mæróre consúmeris, quia innovávit te dólor? Salvábo te, nóli timére, égo enim sum Dóminus Déus túus, Sánctus Israël, Redémptor túus. Mandate la rugiada, o cieli, dall'alto, E le nubi piovano il Giusto. Non adirarti, o Signore, non ricordarti più dell'iniquità: Ecco che la città del Santuario è divenuta deserta: Sion è divenuta deserta: Gerusalemme è desolata: La casa della tua santificazione e della tua gloria, Dove i nostri padri Ti lodarono. Peccammo, e siamo divenuti come gli immondi, E siamo caduti tutti come foglie: E le nostre iniquità ci hanno dispersi come il vento: Hai nascosto a noi la tua faccia, E ci hai schiacciati per mano delle nostre iniquità. Guarda, o Signore, l'afflizione del tuo popolo, E manda Colui che sei per mandare: Manda l'Agnello dominatore della terra, Dalla pietra del deserto al monte della figlia di Sion: Affinché Egli tolga il giogo della nostra schiavitú. Consolati, consolati, o popolo mio: Presto verrà la tua salvezza: Perché ti consumi nella mestizia, mentre il dolore ti ha rinnovato? Ti salverò, non temere, Perché io sono il Signore Dio tuo, il Santo d'Israele, il tuo Redentore.